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Cammino di Santiago 2017

La “M” del Montini sui gradini della Cattedrale di Santiago, dopo 160 chilometri di cammino.

“A chi mi chiederà del Cammino di Santiago non risponderò descrivendo le varie tappe. A chi mi chiederà del bagaglio da portare dirò che si deve partire con un carico minimo ma che potrebbe aumentare. Potrebbe riempirsi di tutto ciò che si vive e si vede lungo la strada, tutto ciò che abbiamo dentro e che il Cammino ti fa tirar fuori: la sopportazione, il coraggio di andare avanti anche se stanchi e doloranti, l’affrontare la fatica e i disagi. A chi mi chiederà del percorso dirò che questo viaggio non comincia a Roncisvalle o a O’Cebreiro, ma da molto prima e in un luogo dentro di sè.
Racconterò, piuttosto, dei giorni facili, dove sembra che qualcuno ti sollevi lo zaino dalla schiena e di quelli difficili, in cui il sole era troppo caldo e la strada troppo lunga. Racconterò di Rolf, un ragazzo olandese incontrato per strada, in cammino da un mese per ritrovare se stesso dopo uno smarrimento, che ci ha accompagnato fino all’imponente cattedrale di Santiago. Parlerò del ritorno, quando tutto ciò che ti circonda appare privo di colori, quando le gambe non vogliono saperne di stare ferme.
Racconterò che alla vista dell’oceano dal faro di Finisterre, ai confini del mondo, ho capito di essere solo all’inizio e non alla fine del mio percorso, e che tutta quella meraviglia era un invito ad andare per strade diverse, tutte interiori. Per questo è un viaggio che ti porti dentro, quello del cammino di Santiago, perché è un viaggio del cuore.” Francesca, I classico

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